mercoledì 19 novembre 2014

Il progetto ASIIR: per un territorio contro la violenza sulle donne

L'evento finale del progetto A.S.I.I.R.
ci dà l'occasione per parlarne.
I suoi obiettivi sono la prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza e l'implementazione della rete territoriale dei soggetti istituzionali e del privato sociale impegnate sul tema.
Il raggio d’azione del progetto è provinciale ed i partner coinvolti sono:
Provincia di Torino, Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile, Centro Demetra (A.O.U. Ospedale Molinette), S.V.S. (Ospedale S. Anna), Associazioni Alma Terra, Casa delle Donne, Gruppo Abele, Donne e Futuro, Il Cerchio degli Uomini, Scambiaidee, Telefono Rosa. In particolare le azioni previste sono :
  • ampliamento della rete tra i soggetti impegnati sullo specifico problema al livello provinciale coinvolgendo nuovi soggetti
  • aggiornamento ed implementazione degli strumenti informativi rivolti agli operatori e alle vittime di violenza e stalking sulle risorse dedicate a queste ultime
  • potenziamento dei servizi di accoglienza e supporto già esistenti a favore delle donne vittime ed eventuali loro figli minori (supporto psicologico,consulenza legale)
  • miglioramento degli strumenti di monitoraggio in uso del fenomeno
  • convegno finale di restituzione dei risultati raggiunti.
Si tratta di un progetto orientato a rafforzare e ampliare la rete dei soggetti che operano sul tema della violenza alle donne e a coordinare le attività da loro offerte:
  • consulenza e assistenza legale gratuita per le donne che intendono denunciare la violenza subita
  • supporto psicologico a favore della donna
  • percorso psicologico per la coppia molto conflittuale in cui la relazione non è degenerata nella violenza
  • trattamento psicoterapeutico per il maltrattante
  • gruppo maschile di confronto e riflessione per il maltrattante.

mercoledì 12 novembre 2014

Le autorità italiane si muovano per Asia Bibi: il consiglio comunale di Torino sollecita il Ministro degli Esteri

Il Consiglio Comunale di Torino, nella seduta del 10 novembre, ha invitato il Sindaco e la Giunta a chiedere al Ministero degli Esteri italiano di attivarsi in favore di  Asia Bibi
Il nostro Gevrno si rivolga a tutti i canali internazionali per richiedere al Governo pakistano, e al suo primo ministro Mian Muhammad Nawaz Sharif, di concedere la grazia e la libertà alla contadina Paksitana arrestata nel 2009 con l’accusa di blasfemia e che ora, dopo 5 anni di calvario, è condannata assurdamente alla pena di morte. Una crudeltà e un accanimento che mostra come, anche in questo caso, sul corpo delle donne si giochino battaglie cruente, fra ideologie e poteri, che niente hanno a che vedere con la scusa utilizzata per le persecuzioni.
Votando all’unanimità questa richiesta, il Consiglio Comunale della città si unisce ai numerosi appelli lanciati da molte organizzazioni umanitarie, tra cui Amnesty International, e alle petizioni in difesa di Asia. 

sabato 25 ottobre 2014

Torino rende omaggio a Natalia Ginzburg

Facendo un passo verso una toponomastica più equilibrata sul piano dei riconoscimenti femminili, Torino ha reso omaggio a Natalia Ginzburggrande donna della cultura italiana, dalle molte ascendenze di origine ma torinese di adozione, che tanto ha dato a questa città. 
In concomitanza con l'anniversario della sua scomparsa (avvenuta il 7 ottobre 2001), la città ha ricordato la Ginzburg con una cerimonia iniziata nell'aula magna dell'Istituto Regina Margherita, proseguita davanti alla casa dove visse, in via Morgari, dove è stata posta una targa in sua memoria; e infine conclusasi all'ex "Aiola Donatello" nel quartiere di via Morgari, che le è stata intitolata.

Presenti, con il Sindaco di Torino Piero Fassino, Marta Levi (Vicepresidente del Consiglio comunale), Mario Cornelio Levi (Presidente della Circoscrizione 8) e il figlio della scrittrice Carlo Ginsburg.

sabato 11 ottobre 2014

Africana puttana: attraverso gli occhi di chi non guarda al sesso ma alla dignità offesa

Venerdì 17 ottobre a Torino viene presentato il progetto fotografico Pipeline, sulla realtà delle migranti inghiottite dalla tratta dello sfruttamento sessuale, a cura di Elena Perlino.


La Perlino (dell’agenzia fotografica Picturetank di Parigi), si occupa da anni di fenomeni migratori e di tratta delle donne  a scopo sessuale. Il suo progetto fotografico condivide con noi una realtà di cui non sappiamo molto e sulle cui tragiche implicazioni i "clienti" , soprattutto, non sempre si interrogano. 
All'incontro torinese, oltre alla fotografa, saranno presenti Francesca Bosco (Unità Crimini Emergenti dell’Unicri, istituto interregionale delle Nazioni Unite); Rosanna Paradiso (presidente di Tampep); l'avv. Emiliana Olivieri (presidente della Fondazione dell’Avvocatura torinese Fulvio Croce) e Laura Onofri di Snoq. Coordina la giornalista Stefanella Campana.


In particolare Pipeline documenta la tratta delle nigeriane in Italia, le ragazze che, per l'80%, arrivano da Benin City, ritratte tra il 2006 e il 2013 nelle città di Torino, Genova, Roma, Napoli e Palermo: tra squallidi cigli di strade provinciali e chiese pentecostali, club nigeriani e volanti e luoghi di detenzione. E interni familiari che trasudano nostalgia, impotenza, povertà.
Secondo l'United Nations Office on Drugs and Crime la Nigeria è tra i primi 8 paesi al mondo per numero di vittime dell'human trafficking. Le ragazze contraggono un debito pesante per uscire dal paese, che devono rimborsare: restano così soggette al ferreo controllo da cui è quasi impossibile affrancarsi.

E difficilmente le lasceranno andare, perché ciascuna è una fonte di redditi a cui il racket non intende rinunciare. Come scrive Giuseppe Carrisi in La fabbrica delle prostitute, “La prostituzione da noi è un business, anzi il business. E nessuno si scandalizza. I giornali locali chiamano la rotta delle schiave sessuali pipeline: oleodotto. E, a ben guardare, non c’è tanta differenza tra le ragazze e il petrolio. Entrambi rendono un sacco di soldi”.
Il primo passo è proprio il distacco dal clan (unico contatto con il mondo e la cultura di provenienza) che, anziché rappresentare un ambito di protezione, è il primo anello della catena di schiavitù. Se riusciranno a fare questo difficile passo, le ragazze e le donne sfruttate saranno aiutate nei successivi da unità di strada, centri d’accoglienza e, a volte, anche dai clienti stessi, che vengono così ad avere un ruolo ambivalente. Se alimentano il mercato sessuale, infatti, e il flusso delle donne nigeriane in Italia, a volte costituiscono una risorsa per le donne stesse, nel faticoso percorso di riscatto dallo sfruttamento. Parliamone dunque, alziamo la coscienza: solo da un cambio di paradigma culturale può giungere una soluzione.
Venerdi 17 ottobre, h. 18, Fondazione dell’Avvocatura Torinese “Fulvio Croce” in via S. Maria 1.

venerdì 3 ottobre 2014

Strade maestre: un cammino di parità. Il convegno nazionale a Torino

Nel fine settimana del 3/5 ottobre 2014 Torino ospita il terzo Convegno Nazionale di Toponomastica femminile.
Un intenso programma di incontri per avvicinarsi alle attività dell'intraprendente gruppo, fondato da Maria Pia Ercolini, che negli ultimi due anni ha svolto un immenso lavoro, collaborando con le istituzioni, le città e le scuole, per promuovere nella toponomastica italiana la visibilità del contributo femminile alla storia e alla cultura

Sono già tantissime le figure femminili che, grazie a questa associazione, hanno ottenuto l’intitolazione a loro nome di strade, parchi, giardini, edifici pubblici.
Nelle 3 giornate di Convegno si avvicendano figure istituzionali, docenti di vari atenei, esperte della comunicazione, storiche e scienziate interessate a rileggere in ottica di genere spazi e vissuti urbani, a ripercorrere con una diversa prospettiva la città di Torino, a suggerire percorsi didattici di cittadinanza attiva per scuole di ogni ordine e grado, e infine a confrontarsi con amministratrici e amministratori sulle scelte toponomastiche passate, presenti e future.

Il MIUR riconosce alla partecipazione la finalità di aggiornamento e concede l’esonero dal servizio (Prot. n. AOODGPER9199 del 16/09/2014).
Alla sala Polivalente di via Leoncavallo 23; 3, 4 e 5 ottobre 2014. Organizzato da Toponomastica femminile e Federazione Nazionale Insegnanti

Per informazioni e iscrizioni: loretta.junck@fastwebnet.it

domenica 21 settembre 2014

In her shoes: correre sui tacchi a Torino, per dire no alla violenza

La Fashion Marathon corre sui tacchi, e invade Torino. Tacchi ai piedi di uomini e donne, in corsa contro la violenza sulle donne: un po' di goliardia, e forse di pinkwashing… ma  anche così si crea una nuova cultura.
Sabato 20 settembre 2014, in piazza Vittorio Veneto, anche qui, scarpe rosse.. ma questa volta indossate, non lì vuote sull'asfalto.
Il video della Fashion Marathon contro la violenza (quest'anno alla seconda edizione), è dei torinesi Noi ci mettiamo la faccia:




mercoledì 2 luglio 2014

Garantire l'applicazione della #Legge194: mozione in Consiglio comunale

Ieri, 1° luglio, il Consiglio Comunale di Torino ha votato e approvato  una mozione presentata da Laura Onofri  e Lucia Centillo sulla garanzia di applicazione della Legge 22 maggio 1978, n. 194: norme sulla tutela sociale della Maternità e sulla Interruzione Volontaria della Gravidanza.

Sappiamo bene quanto il problema dell'obiezione di coscienza incida sulla garanzia dell'applicazione della Legge 194, anche se fortunatamente nella nostra Regione e ancor più nella nostra Città, le percentuali dei medici e del personale obiettore sono ancora contenuti, rispetto al panorama nazionale.
Abbiamo però voluto, con questa mozione, invitare la nuova Giunta Regionale, appena insediata, a farsi carico di questo tema, emanando atti che garantiscano la piena attuazione della legge senza creare difficoltà e disservizi alle donne che intendono praticara l'interruzione di gravidanza tutelando, altresì, le professionalità del personale non obiettore da non relegare esclusivamente ai servizi di IVG .Siamo contente del risultato ottenuto, che non era scontato, e che è arrivato dopo un ampio dibattito nel Consiglio Comunale di ieri. Ecco il testo della mozione:

Il Consiglio Comunale di Torino, 

premesso che:
- in Italia, a fronte del frequente esercizio del diritto all’obiezione di coscienza da parte dei medici, sempre meno è garantito quello delle donne ad interrompere la gravidanza nei tempi e nelle modalità previste dalla legge 194/78. I dati ufficiali sulle percentuali di medici obiettori e sulla difficoltà degli enti ospedalieri a garantire il servizio di interruzione di gravidanza sono chiari e a questo disservizio va posto con urgenza rimedio, anche a seguito dei dati emersi dall’ultima relazione al Parlamento sull’applicazione della legge 194/78;
- la legge 194/78, a 35 anni di distanza dalla sua promulgazione, sta dimostrando la sua validità e attualità, nella valorizzazione della genitorialità consapevole e nella sensibile diminuzione del ricorso all’IVG, obiettivi che furono alla base della genesi della legge stessa;
- la legge 194/78 prevede che il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie può sollevare obiezione di coscienza ex art. 9 nei limiti di quanto stabilito e che l’obiezione di coscienza non possa essere sollevata quando le circostanze del caso concreto siano urgenti e non consentano rinvii (art. 9 comma 5),

considerato che:
le Regioni devono controllare e garantire l’attuazione della legge anche attraverso la mobilità del personale (art. 9 comma 4),

chiede alla Regione Piemonte:
di emanare atti che, nell’ambito delle competenze proprie delle Regioni stesse, garantiscano la piena attuazione e funzionamento della legge 194/78

impegna il Sindaco e la Giunta:
a trasmettere la presente risoluzione al Presidente della Giunta Regionale ed al Presidente del Consiglio Regionale della Regione Piemonte.
nella foto Laura Onofri

martedì 17 giugno 2014

Femminicidio di Motta Visconti: comunicato stampa di Telefono Rosa

Telefono Rosa Piemonte ha diffuso oggi il comunicato che segue [il quale si aggiunge alla lettera - che trovate qui - indirizzata da Telefono Rosa Nazionale al Presidente del Consiglio Matteo Renzi]:
Ci siamo da qualche tempo astenute da comunicati stampa,  anche se le cronache hanno continuato  a riportare di donne sistematicamente uccise da mani maschili. Attendevamo le parole degli uomini.  

Oggi interrompiamo questo silenzio: e non solo perché, insieme ad una donna, sono stati uccisi anche i suoi due bambini. Lo facciamo perché ci saranno, come sempre, molti interrogativi. Qualcuno parlerà di folle raptus: non crediamo né alla follia né tantomeno all’impulso omicida, che configgono con la lucida dissimulazione del massacro, messa in atto subito dopo. Dobbiamo invece interrogarci su un uomo qualunque che, immediatamente dopo essersi liberato di tre fastidiose vite e lavato dal loro sangue, va a vedere una partita di calcio con gli amici senza suscitare alcun sospetto e poi sostiene la sceneggiata della scoperta del dramma, contando di farla franca. Occorre pensare a quale contesto sociale così indifferente dobbiamo riferirci, se questo uomo e questa donna, forse anche in crisi, non sono stati intercettati da nessuno. Dobbiamo pensare all’inerzia di enti e istituzioni che non attivano nessuna presa in carico per i maltrattanti: e non per ascoltarli (i loro pentimenti sono spesso, come si legge anche qui, tardivi o ipocriti), ma per “trattarli”, nel senso clinico, sociale, relazionale del termine.
Interrompiamo il silenzio per un solo appello: inutile porsi domande quando accadono eventi come questi. Leggeremo molte interpretazioni, che non serviranno a nulla, perché purtroppo temiamo che questi delitti accadranno ancora. Ci appelliamo invece a coloro che possono agire per il bene collettivo, che possono realizzare iniziative concrete di contrasto alla violenza e a tutte e tutti coloro che vedono vicino a sé una relazione in crisi. Forse quella coppia si lascerà: e tutto finirà lì. Ma se la soluzione non fosse questa, temiamo purtroppo che ci troveremo altre volte a parlare di donne ammazzate: e come si legge, sempre più spesso, insieme ai loro ingombranti  bambini.
Chi siamo

martedì 13 maggio 2014

Costanza Miriano si sottometta a chi vuole e lasci in pace le (altre) donne

Il 10 maggio, presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, si è svolto l’incontro dal titolo Maschio e femmina: contro l’ideologia del genere - Religione e spiritualità, con Costanza Miriano, autrice di diversi libri, quali: “Sposati e sii sottomessa”, “Sposala e muori per Lei”, “Obbedire è meglio” (di prossima uscita).

[Nella foto parodia del libro Sposati e sii sottomessa, di Donne ultraviolette, ndr]. In questi testi l'autrice invita le donne a ripensare al proprio ruolo di mogli alla luce di un’idea di sottomissione all’uomo. La ricetta che propone Costanza Miriano per il funzionamento dei rapporti di coppia è semplice: la donna deve lasciare l'ultima parola all'uomo, rinunciare alle sue ragioni e aspettative in nome della sua presunta “natura accogliente”.

Si tratta di pensieri integralisti, pericolosi e offensivi nei confronti delle donne, la cui gravità è amplificata dall’essere stati divulgati all’ampia platea di persone presenti al Salone Internazionale del Libro.

Per questo abbiamo deciso di manifestare il nostro dissenso ad una tale retorica che vorrebbe riportare la donna ad una condizione medievale, che inneggia e incoraggia le donne a sottomettersi e obbedire al proprio marito, in quanto ciò sarebbe scritto nelle Sacre Scritture.

Ancora una volta ci sentiamo dire come deve essere e come deve comportarsi una donna, ancora una volta ci sentiamo dire che prima di essere donne dobbiamo essere mogli e madri, brave se e in quanto sottomesse, e tali dettami vengono giustificati in ottica essenzialista e biologicista: la donna dev'essere così perché è nella sua natura.

Ancora una volta ci troviamo di fronte a chi parla di “ideologia del genere” con il chiaro intento di togliere qualsiasi valenza scientifica agli studi di genere e queer e di delegittimare anni di studi e di ricerche e di lotte per l’affermazione di diritti delle donne e delle persone LGBTQI.

Tutto ciò è inaccettabile e non potevamo rimanere impassibili di fronte ad un tale abominio integralista che alimenta il modello patriarcale e maschiocentrico, dove la donna si deve inginocchiare all’uomo, al dio, al quale deve obbedire stando zitta.

Abbiamo deciso di manifestare il nostro dissenso provocatoriamente, per rendere palese l'assurdità delle affermazioni che trovavano consenso in quella sala.

Noi non ci stiamo

Noi non ci sottomettiamo a nessuno per un presunto volere divino

Noi siamo donne libere quindi ci autodeterminiamo.

martedì 8 aprile 2014

Elezioni europee: cari partiti, signori segretari

Siamo alle solite. Cari partiti, signori segretari: nella delegazione italiana presente oggi al Parlamento europeo  le deputate sono appena il 21%, un dato che contribuisce a far scendere al 31% la presenza totale delle donne.
Percentuali, ben lontane dalla parità, che dimostrano quanto sia urgente un riequilibrio di genere anche del Parlamento Europeo. In un momento così difficile non si possono scrivere le politiche sociali ed economiche che coinvolgono milioni di persone  senza le competenze delle donne.
I generi devono essere rappresentati in modo paritario. Il voto delle donne e i voti alle donne sono chiave del cambiamento.
Serve un segnale di rinnovamento. Per questo Senonoraquando? Torino  chiede a  tutti i partiti impegnati nella formazione delle liste per le europee di rispettare l’alternanza di genere e di sostenere in egual misura gli uomini e le donne che saranno scelti per questo importante appuntamento elettorale. 
Non si tratta certo di "privilegi" per le donne ma, semplicemente, di garantire che:
• i due generi siano equamente rappresentati nel rispetto del merito e delle competenze 
• le donne siano sostenute nella competizione elettorale attraverso azioni positive, strumenti e risorse, per dare loro le stesse possibilità di comunicazione.
Se non è paritaria non è  democrazia.  
Per questo   prima del voto  inviteremo tutte le donne a valutare attentamente le liste e a votare quei partiti che sono stati attenti alle norme di democrazia paritaria nella loro composizione.
Le Deputate  di tutti i partiti, nel corso dell’approvazione della modifica delle legge elettorale, hanno dimostrato l’importanza  della battaglia  trasversale per  una maggiore parità nella rappresentanza politica.
Ci auguriamo pertanto  che passi, nei prossimi giorni alla Camera,  la norma transitoria,  che nel caso in cui le preferenze espresse siano  tre  esse dovranno riguardare candidati di genere diverso, pena l'annullamento della terza preferenza.
7 aprile 2014

lunedì 10 marzo 2014

sabato 8 marzo 2014

#8marzo: dalle ore 14 in piazza Vittorio

Anche Torino oggi in piazza in difesa del diritto di autodeterminazione delle donne - a partire dalla solidarietà per le spagnole, duramente attaccate nei loro diritti. Ma anche festeggiando, oggi! perché finalmente una sentenza europea invita l'Italia a mettere le cose a posto.
Finalmente una notizia in controtendenza con i gravissimi attacchi che da tempo arrivano da ogni lato alla libertà delle donne di scegliere sul proprio corpo e sulla propria sessualità, dalla bocciatura europea della risoluzione Estrela (che intendeva impegnare gli Stati membri a mettere al centro politiche sociali sui diritti sessuali, lotta alle discriminazioni di genere e orientamento sessuale e autonomia  delle donne), alla proposta di legge, in Spagna, del governo del partito popolare conservatore di Rajoy, fino alla sospensione del servizio sanitario per l'interruzione di gravidanza in Grecia.  



In Piemonte i movimenti sè-dicenti "prolife" - che combattono il diritto di scelta delle donne con il sostegno della Giunta regionale Cota, si fanno sempre più strada nei consultori, ospedali pubblici e, recentemente, anche nei luoghi di formazione.  La nostra regione, come il Lazio, il Veneto e la Lombardia, è stata usata come “banco di prova” nell'aggressiva prospettiva più ampia di ridefinire la legislazione nazionale in materia di interruzione volontaria di gravidanza. 

Manovre autoritarie di restaurazione ispirate da strategie politiche che, in sfregio al principio di laicità dello stato, mirano a ridurre gli spazi di autonomia e libera scelta di poter vivere liberamente la propria sessualità, non solo delle donne ma di tutt*. 
Autodeterminazione è poter vivere liberamente la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere a prescindere dal sesso biologico

Invece di limitare la libertà di scelta, costruiamo percorsi di consapevolezza e liberazione, quali la prevenzione, la contraccezione, la valorizzazione delle differenze e l’educazione sessuale nelle scuole. 
Autodeterminazione è consapevolezza
Autodeterminazione è contraccezione libera e gratuita

Invece di limitare la libertà di scelta, creiamo una società che includa le donne e le metta in condizioni di poter scegliere davvero. Bisogna spogliarsi delle ipocrisie e dare delle risposte concrete per migliorare le condizioni materiali di vita delle donne: garantire un welfare e un lavoro che consenta loro di essere indipendenti, un sistema di tutele sul lavoro che permetta alle donne che lo scelgono di essere madri. 
Autodeterminazione è scegliere di essere madre

Questo 8 marzo, in tante città europee il movimento delle donne ha deciso di reagire per costruire una rete che ci unisca tutte a difesa del principio di autodeterminazione. 
Sul corpo delle donne, decidono le donne! E salutiamo con vera soddisfazione la risoluzione del Comitato Europeo per i Diritti Sociali, il cui esito si deve anche a tutte noi: alla tenacia e alla resistenza di tutte le donne che non intendono arrendersi.

 RICORDIAMO infine che è ancora in proiezione a Torino "Registe": non solo un "film", ma una serie di eventi - qui il programma 

lunedì 24 febbraio 2014

Matteo Renzi e la TAV Torino-Lione

E senza visione Paese, nessuna visione Futuro. Al nuovo premier un augurio: che domani non ci ritroviamo a ritwittarci questo storico segno di raggiunta consapevolezza, essendo andati fino in fondo a un'operazione dissennata il cui peggio si può ancora evitare e che - sapendo avremmo dovuto stroncare - abbiamo ciecamente perseverato a volere.


venerdì 21 febbraio 2014

Oggi 22 febbraio, in tutta Italia la protesta NoTav

In tutta Italia oggi si manifesta per far cadere accuse di terrorismo e si raccolgono fondi per aiutare il Movimento NoTav a sostenere ingenti spese legali. A Torino mobilitazioni in 6 piazze cittadineInutile ricordare come la linea TAV Torino-Lione sia osteggiata dagli abitanti della valle non solo perché "nel loro giardino". E' anche spreco enorme di denaro pubblico, per un'opera di grave impatto ambientale non giustificata da alcuna reale esigenza essenziale, visto che il traffico commerciale su questa tratta è in costante diminuzione. E proprio mentre il movimento NoTav aderisce alla lista Tsipras con la richiesta di fermare i finanziamenti europei a un'opera devastante, mentre popolazioni della valle e sindaci si riuniscono discutendo democraticamente e pacificamente, 3 lettere di presunti terroristi arrivano all'Ansa con (le solite) minacce di morte. 
Che c'entra tutto questo con la battaglia NoTav? Questi sono folli o provocatori che ben si inquadrerebbero in collaudate strategie che hanno una lunga storia (e che alcuni orchestratori  del passato hanno perfino orgogliosamente rivendicato). Ma la storia si ripete, se non lo teniamo in conto non impariamo niente. Chi pensa la violenza sia produttiva sbaglia, e chi fa di tutt'erba un fascio impari a distinguere. Non è accettabile che una protesta sofferta che si basa su preoccupazioni e dati documentati venga criminalizzata e che si accetti con leggerezza che azioni di contestazione, per quanto a volte esasperate, vengano ascritte a "terrorismo".

Le proteste vengono represse duramente e le accuse possono essere esagerate o pretestuose; ora la procura di Torino sez. Susa ha avuto la mano pesante anche con sanzioni economiche (l'ordine è di pagare entro pochi giorni la cifra di ben 215.000 €). Come scriveva “La Stampa” già il 22 settembre 2010, “il ricorso alla causa civile contro i NoTav potrebbe diventare uno strumento di dissuasione utilizzabile dai soggetti incaricati della progettazione o dell’esecuzione dei lavori per contenere la protesta”. E infatti il Movimento NoTAV sta già sostenendo pesanti oneri per le difese legali di oltre 400 persone indagate. Chiede dunque aiuto con questo appello: "la solidarietà da varie parti d’Italia ha già raccolto circa 120.000 euro, altri stanno arrivando ma bisogna raccoglierne ancora quasi 100.000non possiamo farcela da soli. Per questo chiediamo a quelli che ci sostengono di aiutarci economicamente in modo da consentirci di resistere ancora. Ogni donazione è preziosa, anche di soli 10 €".

venerdì 14 febbraio 2014

One Billion Rising in Piemonte

Oggi, 14 febbraio, San Valentino d'amore e per la giustizia: prima si va a ballare, e poi a cena. Ecco gli appuntamenti per danzare contro la violenza:

TORINO: Via Pio VII ore 18.00 
AOSTA: Via De Tillier ang. Via Croce di città ore 18.00 
BIELLA: Fontana Fons Vitae, V.le Matteotti ore 17.30
CUNEO:  Piazza Galimberti - Piazza Virginio ore 18.00
IVREA:    Piazza della Città ore 19.00  
MEZZOMERICO:  Piazza Municipio ore 17.30
OMEGNA: Pzza Salera ore 11.00
TORRE PELICE:  Via Repubblica 2 ore 18.00
VENARIA REALE:  Presso Centro Commerciale I Portici ore 12.00 
VERCELLI: Circolino di Porta Torino, ore 18.30  

mercoledì 12 febbraio 2014

Riflessioni delle donne sulle giunte 50e50: un report dal primo incontro a Torino

Sul progetto di avviare una valutazione sulle giunte 50e50 giunte a metà mandato, a partire dalle esperienze delle donne: pubblichiamo di seguito, per esteso, il report del primo incontro svoltosi a Torino, messo a punto dal Collettivo Civico delle donne per il Comune di Torino e dal Laboratorio Politico di TorinoNon si tratta di una relazione riassuntiva, ma letteralmente di una sorta di sintetico verbale che rende conto degli interventi fatti in quella prima occasione. Va da sè che le opinioni qui riportate sono di responsabilità delle singole persone che le hanno espresse (e non sono necessariamente condivise dalle altre partecipanti alla riunione); le proponiamo a tutte come primi spunti e idee reciprocamente proposti, sulle quali fondare una prima riflessione.

Erano presenti alla riunione donne di: Casa delle donne (To), Circoscrizione 8 (To), Collettivo Civico delle donne per il Comune di Torino, CRPO, Giunta del Comune di Torino, Libreria delle donne (Mi), DOL’S, Donne in quota (Mi), Galleria delle donne, Laboratorio Politico Torino, Consiglio della Regione Piemonte, Rete donna, Rete delle Reti, Rivista Marea, Scambiaidee, Udi 3°Millennio

INTRODUCONO:
Per il Collettivo Civico, Pierangela Mela
Il Collettivo Civico delle Donne per il comune di Torino ha una sede itinerante e un’identità collettiva ove si riconoscono e raccolgono donne singole, delle associazioni, del Movimento delle donne per affrontare temi di rilievo politico e seguire i rapporti con le istituzioni, in particolare con il Comune di Torino. Il Collettivo Civico  nato in occasione dell’ultima tornata delle elezioni amministrative, da allora si ritrova con regolarità quasi tutti i mesi. Tiene i contatti con le donne che operano dentro le istituzioni interessate a restare in relazione con il Movimento delle donne della città.

Per il Laboratorio Politico, Laura Cima
Spiego brevemente il lavoro del Laboratorio politico di Torino:  nato un 8 Marzo di 3 anni fa in cui c' stato a To uno strano corteo per metà di studentesse con i loro compagni (AlterEva)e per metà con donne NOTAV. Noi femministe più o meno storiche facevamo da cerniera. L'esigenza era quella di mettere in discussione la politica delle donne dentro e fuori le istituzioni, anche quelle di parità con cui abbiamo avuto un incontro a livello reg.le. Il seminario Politiche in-differenti  stato fatto con CIRSDE e CSPF e con elette, nominate e responsabili di partito. Poi ne abbiamo fatto un altro sulla formazione con Pogliana, federmanager, camera di commercio e università e abbiamo proposto a regione e provincia corsi di alta professionalità per donne e sono stati presentati progetti su bandi europei. Con Almateatro abbiamo un progetto diffusione sulle circoscrizioni. Vogliamo rompere steccati e attraversare appartenenze. Abbiamo proposto questo confronto la cui esigenza  nata a Caranzano con la tre giorni su Politica:sostantivo femminile e proponiamo di confrontarci su come le donne hanno cambiato (o no) la politica delle amministrazioni, quali progetti e quali metodi nuovi? quali confronti con le donne di movimento, quali boicottaggi maschili, quali rapporti con sindaco e consigliere/iquesiti intorno ai quali avviare il confronto stasera.

INTERVENTI

venerdì 31 gennaio 2014

Aderiamo all’iniziativa della rete di donne a sostegno dell’autodeterminazione spagnola: l’aborto non è un reato

Monica Cerutti (SEL) - Io decido- Noi decidiamo. Loro vogliono poter continuare a decidere. La Spagna progressista di Zapatero rischia di essere risucchiata da un vecchio modo di fare politica conservatore e ultracattolico. Il principio di autodeterminazione delle donne spagnole rischia di essere messo in discussione a causa dell'approvazione di una legge barbara e retrograda.

Sul tavolo del Governo spagnolo vi è la legge antiabortista dal nome: “Legge organica di protezione dei diritti del Concepito e della Donna in gravidanza”. Si tratta di una legge che purtroppo ha buone possibilità di essere approvata e che può essere contrastata solamente da una importante mobilitazione di piazza a livello europeo ed è per questo che noi domani saremo idealmente al fianco di tutte le donne spagnole aderendo all'iniziativa lanciata a Torino dalle associazioni di donne e singole che si riuniranno sotto il Consolato Spagnolo in Piazza Castello.

Domani alcune donne spagnole partiranno con il “treno per la libertà” da più città e si dirigeranno verso il Parlamento esigendo che non venga modificata la legge attualmente in vigore.

Con l'abolizione della legge Zapatero del 2012 l’aborto tornerebbe ad essere un reato e sarebbe consentito in sole due sole circostanze: in caso di violenza sessuale o se sussistessero gravi rischi per la salute fisica o psicologica della donna. In tutti gli altri casi, sarà vietato per legge. Quale la conseguenza di un tale provvedimento? Semplice il ritorno agli aborti clandestini.

Noi diciamo no ad un tale salto indietro dei diritti delle donne: Io decido. Noi decidiamo. Loro devono poter continuare a decidere.

giovedì 30 gennaio 2014

1 febbraio anche Torino e Vercelli al fianco delle donne spagnole


Al fianco delle donne spagnole per il diritto all'autodeterminazione, alla prevenzione e all'accesso all'aborto sicuro, contro l'abbandono delle donne e gli aborti clandestini. Le donne di tutta Europa stanno rispondendo.
In Piemonte l'appuntamento di Torino è per le ore 15 di domani, 1 febbraio, in Piazza Castello. Inoltre le donne manifestano a Vercelli in via Cavour, h. 16. 
In questi giorni il nemico dichiarato del governo spagnolo sembrano essere le donne: proprio a loro infatti ha mosso guerra con un progetto di legge antiaborto significativamente denominata “Legge organica di protezione dei diritti del Concepito e della Donna in gravidanza”. Un progetto che, vista la maggioranza di cui gode il Partito Popolare, sembra destinato a riportare indietro le lancette del tempo. 


Dall'essere un diritto, come nella legge Zapa...
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venerdì 24 gennaio 2014

Parte da Torino il confronto fra donne sulle giunte 50e50

Si è tenuta ieri a Torino la prima riunione, fra donne torinesi e altre provenienti da Milano e da Genova, per discutere delle rispettive esperienze nelle giunte cosiddette arancioni, che cioè hanno realizzato il 50e50 nelle loro composizioni. Torino è appunto una di queste.


Ieri erano presenti anche diverse donne che fanno parte dell'amministrazione torinese, il che ha reso il tutto più interessante e concreto. A breve uscirà un primo report che vi sottoporremo; nel frattempo vi ricordiamo che su Facebook è stato attivato un "evento aperto", il cui scopo è collegarsi, da qui a maggio, per facilitare l'organizzazione: l'obiettivo infatti è di aumentare il numero delle partecipanti, e anche di estendere la discussione ad altre città in Italia. 
Vi invitiamo a partecipare numerose e a invitare amiche!



per info e contatti scrivete a cimalaura@gmail.com

giovedì 23 gennaio 2014

#Womenareurope: organizziamoci per una rete europea e un'iniziativa comune per l'8 marzo

Carissim* ciao a tutt*
si è svolta ieri sera a Torino la riunione per organizzare un'iniziativa europea per l'8 marzo: è unanime la condivisione sulla necessità di continuare a difendere l'autoderminazione delle donne.
Dobbiamo ora cercare un percorso, e per costruire l'iniziativa abbiamo deciso di riconvocarci: un nuovo incontro avrà luogo, sempre a Torino, martedì 4 febbraio alle ore 21 all'Antico Macello (via Matteo Pescatore 7).
Riteniamo importante continuare a difendere il diritto delle donne ad autodeterminarsi alla luce di tutto quello che sta accadendo non solo in Europa, ma anche nella nostra Regione e a questo proposito vi invitiamo a leggere questo articolo.
Vi ricordiamo che, dopo la bocciatura della risoluzione Estrela e l’attacco del governo spagnolo al diritto di scelta, la rete dei Comitati di Se Non Ora Quando? e altre associazioni territoriali si stanno collegando per costruire una rete europea di donne per arrivare, dopo l’appuntamento europeo del 1° febbraio, ad un’altra manifestazione o evento che per l’8 marzo veda coinvolta contemporaneamente tutta l’Europa. In ciò ci rivolgiamo non solo alle donne, ma a tutte ed a tutti coloro che hanno a cuore il tema dei diritti civili.
Speriamo di essere  in tant*..! anzi ci contiamo. Un caro saluto,


mercoledì 22 gennaio 2014

Un primo bilancio sulle giunte arancioni: il primo incontro a Torino, il 23 gennaio


Carissime amiche,
le prime giunte arancioni, che hanno realizzato in diverse città il 50 e 50, hanno superato la soglia di metà mandato e quindi possiamo tentare un primo bilancio.

Da qui a maggio: confrontiamoci sui progressi ottenuti dalle donne che, dentro e fuori le istituzioni, hanno creduto nelle giunte "arancioni", che hanno realizzato il 50 e 50. Quanto le donne sono riuscite a promuovere in progetti, protagonismo delle donne, metodi più democratici, analisi di genere e pari opportunità nei propri territori?

Il primo confronto avrà luogo a Torino (con amiche da Torino, Genova e Milano), è previsto Giovedì 23 gennaio 2013, alle ore 18, presso Galleria delle donne in Via Fabro,5
luogo accogliente dove, previa prenotazione, possiamo anche fermarci per la cena.

Chi volesse aggiungersi, o anche solo ricevere aggiornamenti per il futuro, scriva qui cimalaura@gmail.com
L'incontro torinese sarà la prima occasione per fare il punto e per promuovere una rete che possa raccogliere impressioni e trasmettere contributi dalle varie città.

Ci rivolgiamo dunque a tutte le città e a tutte le donne: teniamoci informate e in contatto, partecipate.

Vi aspettiamo numerose
Laura Cima Laboratorio politico Torino
Pierangela Mela Collettivo Civico delle Donne per il Comune di Torino

mercoledì 8 gennaio 2014

La scelta delle donne contro le mafie

Martedi 14 gennaio, a Torino, si discuterà di donne e mafie, insieme a Marika De Maria e Federica Tourn: a partire dalla storia di Lea Garofalo, durante la presentazione del libro "La scelta di Lea", di Marika De Maria. Alla libreria Trebisonda, via Sant'Anselmo 22, h. 20,45